Doraemon e i Dorayaki

 Avete presente quella fame che vi prende alle 18.30 del pomeriggio? Quella che è proprio a ridosso della cena ma che è così violenta che non vi lascia la benchè minima possibilità di non mangiare?

Ecco, in genere in questi casi faccio sempre qualche sgarro di cui poi mi pento amaramente subito dopo. 

Come quando vado a fare spesa con lo stomaco talmente tanto brontolante che me ne esco con minimo settanta euro di spesa quando invece mi serviva solo un pacco di uova.




Oggi, mentre mi assaliva tale fame, data da un pranzo costituito solo da una mela a causa di una sensazione di nausea che mi affligge da stamattina, mi sono ritrovata (di nuovo) davanti ad una immagine dei dorayaki....e io cosa ho fatto? Li ho preparati all'istante.
In realtà era un pò di giorni che mi frullava questa idea in testa, ovvero da quando ho deciso di fare un uso culturale di Youtube: far vedere a mia figlia i cartoni animati anni 80-90, cercando di tenerla lontana da Disney channel e compagnia bella. Non perchè non mi piacciano quelle serie tipo Jessie, Cata e i misteri della sfera o Violetta, perchè a volte mi ritrovo a guardarle anche io, ma perchè credo che abbiano un ironia non adatta ai bambini sotto agli 8-10 anni.





Vorrei che a sei anni mia figlia fosse come ero io alla sua età: sognante e credulona. I cartoni animati devono essere semplici, utilizzare un linguaggio pulito e dovrebbero lasciare spazio alla fantasia. Nei cartoni animati e nelle "fiction" da bambini, non c'è niente di tutto questo. Anche i disegni sono di un orrore da spavento.
Meglio quelli anni 80, sicuramente più genuini. Sono entrati nel cuore di tutti noi ormai 30 enni lasciandoci la dolce nostalgia di quella nostra infanzia.


Dimenticavo, la ricetta è semplicissima e il ripieno è di Nutella (la marmellata di fagioli azuki è un tantino difficile da reperire).
Di ricette ne è pieno il web, fatevi un giretto su Google. Io comunque ho seguito la ricetta trovata sul sito di Misya.

Tuo figlio soffoca. Sapresti cosa fare?

Avete mai pensato a come vi comportereste se vostro figlio si trovasse in procinto di soffocare?
Sareste abbastanza pronti, avreste sangue freddo, ma soprattutto: sareste preparati ad affrontare una simile situazione?


Ma non solo voi mamme, ma anche le persone a cui lasciate i vostri bambini, che siano papà, nonni, zii, baby sitters o maestre.

Vi siete assicurati che queste persone sappiano cosa fare in un momento così tragico?
Il fattore tempo è determinante e in casi simili non c'è modo di consultare manuali, guardare video su Youtube o quant'altro.
Non abbiate paura di esigere dalla scuola dei vostri che gli insegnanti siano addestrati a tali manovre.

 L'imperativo è agire. Punto.
Ma non cercare di fare qualcosa, ma sapere cosa si sta facendo. Questo perchè spesso le complicanze possono essere veramente temibili e letali.

E sapete dopo quanti minuti il cervello del vostro bambino subisce danni irreparabili dovuti alla mancanza di ossigeno?
Tre.

Corri ai ripari, guarda questo video. 
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Informati presso la sede della Croce Rossa chiedendo di poter partecipare al Corso di disostruzione delle vie aeree in età pediatrica. E' gratuito.

Mamma studentessa universitaria, no pain-no gain

Dopo tempo immemorabile, mi riaffaccio di nuovo da questa finestra sul mondo virtuale.
Mi capita ogni tanto di rileggere qualche mio post di questo mio blog che è stato il primo che ho aperto ben 6 anni fa. Durante queste occasioni posso tirare le somme di alcune situazioni che vi ho deliberatamente raccontato. Tipo questa.
Bene. Sono felice di dirvi che ce l'ho fatta. 
Ho tenuto duro, non ho mollato, neanche quando stress e svogliatezza si facevano strada, nemmeno quando il caldo estivo o le vacanze natalizie mi trascinavano nel baratro della pigrizia. E soprattutto non ho mollato quando mia figlia chiedeva attenzioni, quando aveva bisogno di cure, quando mio marito reclamava del tempo da passare insieme e quando la casa necessitava incessantemente di pulizia profonda. Mai. 
Ho tenuto duro e dopo tre anni di sacrifici ma anche di nuovi insegnamenti e nuove amicizie, sono arrivata alla Laurea.
 "La proclamiamo Dottoressa in Infermieristica", mi hanno detto, mentre in aula magna la mia famiglia, e mia figlia, battevano le mani e facevano il tifo per me.
Attualmente lavoro molto saltuariamente, purtroppo la Sanità italiana versa in condizioni disastrose, ma posso vantare una professione, che molti al giorno d'oggi non hanno.
E ora penso ad un altro bebè. ;)

Mia figlia in prima elementare

immagine di desperate-sisters.blogspot.com
Il tempo passa, loro crescono, noi invecchiamo.
A dieci giorni dalla sua entrata nella scuola primaria, io ancora non me ne rendo conto. 
Non mi sembra possibile siano già passati 6 anni dalla mia gravidanza, quella in cui avevo solo 24 anni. 
Quella gravidanza tanto voluta e subito arrivata. Quella gravidanza che mi ha regalato non solo una figlia, ma anche la bellissima esperienza dell'allattamento. 
In questi sei anni siamo cresciute insieme, tra mille paturnie (le mie) e mille conquiste (le sue).
Fare la mamma è un compito arduo ma che, non vorrei peccare di presunzione, credo di svolgere abbastanza bene. Io che non ho mezze misure, che per me o è bianco o è nero, sono riuscita ad acquistare quel tocco di diplomazia che mai guasta.
Sembra ieri il suo primo giorno di asilo, quello in cui entrambe abbiamo pianto come due vite tagliate. Lei in classe davanti a tutte, io da sola in macchina, sommessamente, per non far vedere a mia figlia la mia frustrazione.
Oggi, mentre la guardavo entrare a scuola con il suo zaino fucsia e il grembiule bianco, ho visto in lei me, alla sua età. Nonostante la sua apparente tranquillità, il suo voltarsi ogni tre passi per salutarmi, tradisce la sua estrema fragilità. So, che se solo io lesinassi più tempo davanti a quel cancello, lei probabilmente sarebbe colta dalla tristezza del distacco madre-figlia. 
E io non voglio che questo accada. I miei problemi di timidezza sono iniziati proprio alla sua stessa età, e mi hanno perseguitata fino all'adolescenza.
Io che avevo un attaccamento viscerale con mia madre, con il suo profumo, e con il suo seno che mi ha coccolata e nutrito per bene tre anni e mezzo, non sono mai riscita ad accettare di buon grado le piccole separazioni quotidiane. Dall'asilo fino al quinto superiore. Ricordo che sentivo "piangere il cuore", mi sentivo estremamente sola. Non so il perchè di tutta questa situazione, ma ricordo che mia madre mi dovette scrivere un bigliettino nel quale mi diceva che lei mi sarebbe stata sempre accanto, anche se io fossi stata lontano da lei. Tenevo questo bigliettino nel portafogli. A 16 anni.

Allattamento discreto: tutorial indumenti fai da te

Un allattamento al seno di successo inizia dalla gravidanza. Questi nove mesi di attesa sono ideali per acquisire tutte le informazioni necessarie e l'educazione sull'allattamento al seno per l'alimentazione del vostro bambino. Se siete capitate su Appmamma, state iniziando dalla strada giusta. 

L'allattamento al seno vede in azione una squadra composta dalla mamma, colei che fornisce il latte;  dal figlio, che succhiando da' lo stimolo necessario alla produzione del latte materno; dal  padre, che ha il peso di diversi compiti: stabilire un rapporto padre-figlio e sostenere la propria moglie; dapla tua famiglia, perché quelle mani extra sono sempre gradite e vi possono aiutare a concentrare i vostri sforzi sul nuovo nato; e il tuo posto di lavoro, dove la flessibilità e la comprensione sono fondamentali per l'allattamento al seno esclusivo per sei mesi, come raccomandato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. 

Sul web potete trovare moltissime informazioni riguardo le modalità di allattamento ma c'è una tematica che spesso sfugge alle neo-mamme:

Com'è il parto naturale? Spiegazioni passo-passo

Il parto è un evento che coglie di sorpresa la maggior parte delle mamme. Non tanto per il fatto di non sapere come avviene o perchè si è ignorata l'anatomia femminile, ma perchè non lo si può comunque immaginare fino a quanto finalmente arriva il momento.
E anche se ogni nascita è unica come il bambino che viene al mondo, le donne attraversano diverse fasi durante il parto, sempre le stesse anche se in modalità e tempi differenti.

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