Missione compiuta

Sono fiera di mia figlia.
Mi ha fatto capire lei stessa che avrei potuto provare a toglierle il pannolino.
Mi ha ascoltata quando le spiegavo a cosa serviva quel "coso" di plastica con un buco al centro.
Non ha riso di me quando le ho fatto vedere come si usava.
Ha ascolta in silenzio le mie disperazioni quando faceva dei laghetti a ripetizione e in ogni dove.
Si sforzava a trattenerla quando eravamo nei posti meno adatti per farla, risparmiandomi così non poche figuracce.
Non è mai stata troppo abitudinaria, ovunque le scappava la faceva, che fosse stato a casa o dietro un albero.

Sono fiera di me.
Ho seguito l'istinto e ascoltando mia figlia ho capito che quello era il momento buono per lo spannolinamento.
Non sono stata troppo a sentire chi mi diceva "ma non sarà troppo piccola?"
Non mi sono fatta intimorire dalla montagna di vestitini da lavare.
Sono riuscita a rimanere calma anche quando dovevo asciugare il pavimento più e più volte nel giro di pochi minuti.
Ovunque mi trovavo cercavo sempre di ricordarle di fare pipì e avevo sempre almeno 2 cambi pronti.

Ma soprattutto sono fiera di entrambe e di come abbiamo interagito in questa nuova esperienza.
Finalmente il pannolino è bandito...almeno nelle ore diurne!

Risultato:
Ora è lei che mi dice quando le scappa facendo "Uh, uh!" (si lo so, sembra una scimmietta).
Spesso va in bagno da sola e la fa. Poi si asciuga, getta la pipì nel wc e tira lo sciacquone.
Incredibile ma vero!

....lo voglio dare in testa a chi non mi va...

Mia madre lo diceva sempre: "Quando sto male io nessuno ci pensa a me!" e confesso che a volte pensavo "' 'mazza che palle, sempre la stessa storia".

Ora che anche io sono mamma e manager di questa piccola impresa che è la mia famiglia, mi rendo conto di quanto sia veramente DIURA! (come dice Simona Ventura).
A parte il fatto che non capisco per quale motivo la probabilità che io mi ammali nello stesso esatto momento in cui sia ammala mia figlia debba essere 100 su 100 ogni santissimo inverno. 
Praticamente nel giro di tre giorni mi crolla tutto addosso perchè non basta essere debilitati fisicamente ma quando poi neanche la notte puoi degnarti di dormire perchè si sa, "naso chiuso di tua figlia più il tuo" è direttamente proporzionale a "notte in bianco", veramente il giorno dopo stai come una pecetta (ndr significato: cerotto, termine dialettale romanesco).
Poi c'è un altro poi: mentre tu stai a casa e pensi "Cacchio quanto sto male, quando torna il Babbo dal lavoro mi butto un pò sul letto", ti rendi conto, al suo ritorno, che mentre lui lavorava tu e i tuoi acciacchi non gli siete passati minimamente per l'anticamera del cervello.
Non solo, appena entra, nonostante tu sia conciata come l'ultima delle zingare, tutaccia smoccicata (non il tuo, di tua figlia), faccia bianca con occhiaie incorporate, capelli che sembrano non vedere un pettine dal natale scorso, neanche gli salta in mente l'idea "oh cavolo, sta male, ora gli chiedo come sta...". Ma neanche per sogno. 

Piuttosto si stiracchia, dice che è stanco e ha bisogno di una doccia. Poi ti ricorda che alle 18 esce per un aperitivo con gli amici e la partita al club. 

Datemi un martello. Il perchè lo sapete.

Mamma che sonno

Notte da incubo quella appena passata. Un banale raffreddore di mia figlia mi ha fatto perdere ore e ore di sonno.
La mia cara pulzella ha la brutta abitudine di gironzolare per casa nuda. Come ieri sera, quando le volevo mettere il pigiama. Al primo starnuto ho capito che quello era il preludio della tragedia.
Non vedevo l'ora di metterla a dormire per avere un pò di relax dopo una giornata intera attanagliata da dolori mestruali e zero riposino pomeridiano.
A parte il fatto che si è addormentata verso le 23.30, dopo neanche mezz'ora si è svegliata piangendo. Da qui fino a stamattina alle 9 è stato un susseguirsi di: divano, lettino, lettone, bagno per fare pipì, cartoni animati, tutto questo in random loop.
E quando sembrava che stesse per riaddormentarsi e  io pure ricominciava con il pianto a squarciagola. 
Mi è sembrato di vivere un incubo.
Non vi dico come sono ridotta e in che stato è casa.
Una flebo di supradin, prego.

L'altro blog

Vedo sempre più spesso nuovi visitatori qui sul mio blog. 
Molti di voi però non sanno che ne ho anche un altro:



In questo blog raccolgo dei progetti creativi trovati nella vastità della rete ed in più qui potete trovare anche i miei lavoretti.
Ho appena postato le foto di due spille origami. 
Se volete dare un occhiata io vi aspetto a braccia aperte!

Studiare o non studiare...that's the problem!

Ricordate il test di ammissione di cui vi avevo parlato qualche post fa? 
Ecco, dopo aver tanto studiato questa estate (vabbè, tanto tanto no, diciamo abbastanza) e aver sacrificato i miei riposini quotidiani e la mia tintarella al mare in favore di un posto all'ombra con sdraietta e libro in mano.

Avevo tante remore nel fare questo test anche perchè all'ultimo mia suocera mi ha dato forfait, non se l'è sentita di lasciare il suo lavoro stagionale/saltuario per tenermi la piccola mezza giornata, 5 giorni a settimana. Mio suocero, dapprima fautore dell'idea di frequentare il corso in scienze infermieristiche nochè accanito sostenitore dei suoi immediati sbocchi professionali, ha poi ha imbastito discorsi del tipo "la figlia è tua, è giusto che la cresci tu, tua suocera non è in grado di educare una bimba...e bla bla bla" come se la dovessi abbandonare "all day long"..

Sta di fatto che il giorno prima mi sono decisa a farlo. Sono andata, tutta eccitata, dimenticando per un attimo che nel caso lo avessi passato non avrei comuque potuto frequentarlo.

In breve. Sono passata!

Subito mi sono arrovellata la testa per cercare un modo per potermi organizzare, per poter frequentare il corso.
Certo , se mia madre abitasse qui vicino sarebbe tutto più semplice.

Ho parlato con mio suocero e mia suocera che, secondo me, ancora non ha deciso bene cosa fare ..
In realtà sarebbero per 3 mesi 5 giorni di impegno a settimana, due di pomeriggio e 3 di mattina  alternati a 3 mesi di tirocinio, 2 di pomeriggio dalle 14 alle 20 (e dalle 17 in poi ci sarebbe il mio compagno) e 3 giorni dimattina dalle 7 alle 14. Secondo me sarebbe fattibile, basterebbe solo un pò di organizzazione.

Mamme studenti all'ascolto, voi che mi consigliate di fare? Mi butto?





Crostata, dolcetti e tenerezza

Interno sera, in cucina.
Io e la nana cominciamo a pasticciare con la farina, le uova, lo zucchero ed il burro.
Missione:1 una crostata. Mangiabile.
Missione2: non rendere la cucina un campo di battaglia.

Io e lei, vicine vicine, quasi alla stessa altezza grazie a sedia e cuscini posizionati ad hoc.
Vederla affondare le ditina nella farina, assaggiarla e spargerla un pò ovunque. Annusare il limone grattugiato (espirando invece di inspirare e arricciando il naso, che buffa!). Girare l'indice nella guancia (che buono!). Senso di disgusto nel vedere il burro fuso. Curiosità. Voglia di fare. Forchetta impiastricciata. Assaporare la marmellata di fragole, 1...2...3,4,5 volte.Tagliare biscottini di frolla a forma di stella. Sporcarsi le dita di nutella. Acquolina. Mia e sua. Sentire il profumo uscire dal forno, sbirciatina per vedere se è ora di tirare fuori. Sorpresa nel vedere la crostata di mamma e le sue stelline cioccolatose belle dorate.

Ho passato 3 quarti d'ora con la mente sgombra di pensieri ma invasa da un senso di gioia e tenerezza.

Missione1: riuscita. Il babbo  ha approvato la crostata di fragole. "E' strabuonissima", questa la sua sentenza.

Missione2: fallita, la cucina era il caos più totale, ma ne è valsa la pena.

Fortuna che Puzzettona mi ha anche aiutato a lavare i piatti.
Non vi dico che sguazzo...ma questa è un altra storia.

Non l'avrete mai!

Detesto i periodi di stallo. Quelli del vorrei, potrei, chissà.
Quelli dove una data può influenzare le sorti delle tue decisioni, far quadrare un tuo piano o smontarlo definitivamente.
Ecco, questo è uno di quei periodi. 

Stamattina, a titolo informativo siamo andati tutti e tre all'asilo nido delle suore cercando di scardinare un pò le mie remore sul mandarci mia figlia a nemmeno due anni. 

Appena aperta la porta la suora non mi ha neanche chiesto chi fossi o cosa desiderassi, ma mi ha subito intimato di dover aspettare fuori perchè i bambini sarebbero usciti di lì a poco. Quando le ho spiegato che io volevo solo farle delle domande, in realtà non è che mi abbiadetto di entrare, di accomodarmi..l'ho fatto io. 

Dopo poco è venuta la "superiora" (credo si chiami così) con un accento un pò russo anche se non ho ben capito la sua provenienza:

"No, nuon puossiamo priendere sua filia, è truoppo pieccola"
"Mi scusi,ma io so che avete preso proprio quest'anno dei bimbi dell'età di mia figlia"
"Si..ehm..ne abbiamo uotto (8), sa i bimbi così pieccoli hanno bisogno di muolte attenzioni".
"Ok, come non detto, arrivederci (a mai più) e grazie"

Avrei dovuto girare i tacchi molto prima di questa conversazione. Avrei dovuto farlo quando Puzzettona ha rintanato il mento nel collo, lo fa sempre quando entriamo in un posto che non le piace. Avrei dovuto capire che quello non era il momento quando ha cominciato a piangere e non è voluta scendere dal passeggino. 

E neanche a me ha fatto un bell'effetto.

Ho capito tutto quando ho visto una sua coetanea, anche lei duenne, in preda ad una crisi di pianto, con il suo grembiulino bianco a scacchi rosa per mano di una sconosciuta in grembiule color carta da zucchero.
La bimba ha iniziato a piangere quando ha sentito che fuori c'era sua nonna ad aspettarla. Piangeva di nostalgia. 
Ecco, magari l'anno prossimo toccherà anche a mia figlia, ma non ora...non è ancora il suo momento..

Istinto di mamma 1 - suore 0 
E possiamo anche dire che la partita si chiude qui e non avrà repliche.

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